Padania? No, poltrone in Rai

Sul Congresso della Lega Nord si sono spesi fiumi di inchiostro. Quasi nessuno, però, ha colto la drammatica portata dell'evento. Tutti si sono concentrati sulla figura di Umberto Bossi, la cui evoluzione nel corso
degli anni è sempre più deprimente. Da babau della politica italiana a spaventapasseri in un campo dove i corvacci regnano sovrani. Epperò ben pochi hanno notato la vera cifra della kermesse leghista: la decisa adesione del Carroccio alla mitologia e alla filosofia dello Stato nazionale. Lo si vede, in piccolo (si fa per dire), dal drastico cambiamento di rotta sul servizio pubblico radiotelevisivo. Un tempo il movimento di Bossi ne era il più fiero e radicale avversario. Nel 1995 aveva appoggiato il referendum che ne chiedeva la privatizzazione (e che era stato votato dal 55% dei cittadini, se non ricordo male). Nel 1996 invitava i secessionisti padani a bruciare sul Po il bollettino Rai. Nel 1997 il quotidiano della Lega "La Padania" pubblicava un meritorio librino, intitolato "I numeri dell'oppressione", che metteva in bella evidenza la disparità tra i contributi pagati da settentrionali e meridionali per il mantenimento del carrozzone di Viale Mazzini. Nel 1998 un altro volumetto diffuso dallo stesso quotidiano, "50 buone ragioni per l'indipendenza" (a cura di Gilberto Oneto e Giancarlo Pagliarini), denunciava:
"La televisione di Stato è uno strumento di propaganda del regime catto-comunista". Nel corso di tutti questi anni, poi, la Lega ha diffuso volantini e incitato la gente a disdire l'abbonamento. ecco invece cosa ha dichiarato
l'onorevole leghista Davide Caparini, vicepresidente della Commissione di vigilanza della Rai illustrando il programma del suo partito su tale spinosa questione: "L'alternativa al canone obbligatorio è il finanziamento diretto da parte dello Stato. Un finanziamento vincolato per un periodo almeno triennale sulla base di specifici progetti editoriali che dovrebbero comunque essere sottoposti alla discussione e all'approvazione parlamentare" ("La Padania", 3 marzo 2002). Roba da far rimpiangere la vecchia, sana lottizzazione. Le parole del deputato leghista sono semplicemente mostruose. E' incredibile come egli non riesca a vedere che l'unica reale alternativa
è la privatizzazione, e che non vi è alcuna differenza sostanziale tra il canone obbligatorio e il finanziamento attraverso le tasse (altrettanto forzoso). Alla gente non interessa come vengono pagati i mezzibusti della Rai. Il vero problema è il fatto stesso che essi percepiscano un lauto compenso e che siano sottratti dal sussidio pubblico al giudizio del mercato. http://www.forces.org/stagnaro

Carlo Stagnaro

tratto da Virusilgiornaleonline.com

LINGUE: INIZIA LA NOTTE DELLA REPUBBLICA. LA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI
APPROVA L'ITALIANO LINGUA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA


La Commissione Affari Costituzionali della Camera, ha approvato la proposta di Alleanza Nazionale e dell'on. Boato (Verdi) di costituzionalizzazione dell'italiano come unica lingua ufficiale della Repubblica.Unici contrari sono stati il gruppo delle Minoranze Linguistiche (Union Valdotaine, SVP, Ladins) e la Lega Nord. Tutti gli altri, da AN a Rifondazione Comunista, uniti nel nome di un neonazionalismo ed autarchismo costituzionale che fa a
pugni con la Carta Europea delle Lingue Regionali e Minoritarie e con il rispetto Costituzionale delle Minoranze e delle Autonomie Locali. Se questa legge andrà in porto così come è stata approva in Commissione Affari Costituzionali, l'Italia sarà il secondo paese in Europa insieme alla Francia ad inserire la lingua maggioritaria in Costituzione discriminando di fatto le lingue meno parlate (la Francia è l'unico paese europeo che non tutela le sue lingue regionali e minoritarie). Respinti, anche emendamenti che secondo il principio federalista, riconoscendo l'italiano come lingua ufficiale, al tempo stesso riconoscevano in ogni Regione o Provincia Autonoma le lingue tutelate e riconosciute da queste istituzioni democraticamente elette. Se passa così com'è questa legge costituzionale, tutte le minoranze tutelate secondo la legge ordinaria (non costituzionale) del 1999, saranno sotto la mannaia di giudici pronti a recepire esposti di esponenti nazionalisti italiani (ricordiamo a tutti che il nazionalismo italiano ha dato vita al fascismo e che queste norme erano attuali ai tempi di Benito Mussolini).

DEDICHIAMO 5 MINUTI DEL NOSTRO TEMPO PER SCRIVERE AGLI AMICI

AI GIORNALI A FAVORE DELLE NOSTRE LINGUE CHE SARANNO DISCRIMINATE IN NOME
DI UN NAZIONAL-STATALISMO CHE FA TORNARE LO STATO ITALIANO AI TEMPI DEL FASCISMO DI MUSSOLINI

E' UNA BATTAGLIA DI DEMOCRAZIA E LIBERTA' !

Abbiamo firmato già in centinaia questa petizione, Prodi presidente della Commissione Europea, si è dimostrato perplesso su questa norma parlando con eurodeputati dell'ALE ( notizia che è stata censurata come in un regime)

CI VOGLIONO TAGLIARE LA LINGUA ? INIZIAMO A FARCI SENTIRE !

Ecco una prima lista di indirizzi da copiare in BCC (casella invio che copre gli indirizzi degli altri destinatari) dove inviare le vostre lettere di protesta contro questi parlamentari autoritari che non rispettano le diversità linguistiche e culturali.

MA INVIATE LETTERE APARTITICHE, NON CONTRO L'ITALIANO, MA CHE PARLANO
DELLE NOSTRE LINGUE E CULTURE CHE VOGLIONO UCCIDERE DI FATTO PER LEGGE!

W GLI STATI DEMOCRATICI!

ALLEANZA LIBERA EUROPEA-PARTITO DEMOCRATICO POPOLI EUROPEI

P.S. Questo non è spam, in base all'Articolo 10 della Convenzione Europea sui diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, e non è considerato spam in quanto questo messaggio NON comporta offerte o pubblicità commerciali o promozionali. Nostra intenzione è solo informare di una iniziativa sociale, culturale o politica di interesse generale.

 

Nota dell'editore: questo comunicato di Alleanza Libera Europea è qui a dimostrazione di quanto sia rispettoso della libertà il governo Berlusconi di cui i Leghisti fanno parte. Prendiamo dunque le distanze da dichiarazioni pro democrazia. Vi ricordiamo che siete ospiti di una enclave assolutamente non democratica!

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