LASCIATECI LA LIBERTA' DI CICCIA

La lotta alla fame nel mondo è stato il passepartout ideologico dei
movimenti più diversi. Ecologisti d¹assalto, hippies in doppiopetto,
venditori ambulanti di pietà a buon mercato ne hanno fatto una bandiera, una
scusa sempre pronta per mascherare improbabili pensate.
Eppure ormai la lotta alla fame è demodé, il ³politicamente corretto² è come
la moda, va a stagioni. Oggi trionfa la lotta alla sazietà.
L¹organizzazione mondiale della sanità, che è l¹ONU di medici e apprendisti
stregoni, è stata chiarissima, cristallina. L¹obesità è il secondo ³fattore
di rischio² per la salute del mondo (il primo, ça va sans dire, è il fumo,
attivo o passivo che sia). Ne morirebbero alcuni dicono 300.000 persone
all¹anno nei soli Stati Uniti, altri azzardano: due milioni.
La cifra sembra leggermente gonfiata, diciamo pure obesa.  Ricorda un po¹ i
numeri-shock dei morti da nicotina. Vale la pena ricordare che il fumo ha
stroncato di recente la vita di due personaggi illustri: Milton Berle,
pioniere della televisione americana, e Billy Wilder, mago della cinepresa,
hanno pagato il prezzo di un cursus honorum da tabagisti doc. Ci hanno
lasciato rispettivamente a 93 e a 95 anni.
Casi come quelli di Berle e Wilder finiscono dritti dritti nei computer
delle autorità sanitarie, incasellati sotto la voce ³fumatori deceduti². Per
carità, non fa una grinza: sia l¹uno che l¹altro fumavano, e sono morti.
Logicamente, il sofisma è ineccepibile ­ solo che non è detto che fra l¹una
e l¹altra cosa sussita una relazione causale.
Lo stesso vale per le statistiche sui ³ciccioni deceduti². E¹ indubbio che
al mondo muoiano ogni giorno un certonumero di individui che pesano più di
90 chili, oppure sono più alti di un metro e ottanta, o magari guidano una
Fiat Duna . Il problema è se muoiono perché pesano più di 90 chili, perché
sono più alti di un metro e ottanta, o perché guidano una Fiat Duna. Uno può
avere una Duna e capicollare giù da un dirupo: il che dimostra senz¹altro
che la sfiga ha le sue vittime privilegiate, ma difficilmente porterà
qualcuno a sostenere che i possessori di ³Duna² sono una categoria più ³a
rischio² di chi quanti guidano una Porsche.
La giornata che l¹Oms intende dedicare, domenica, alla lotta all¹obesità, è
solo la punta di un iceberg. Negli Stati Uniti, è pronta una nuova tassa che
colpirà le bibite zuccherose e gassate. Qualcuno scommette che sarà
un¹imposta progressiva, le bibite verranno tassate proporzionalmente alla
quantità di zuccheri che contengono: è la versione dietetica del comunismo.
Chi è più ricco deve pagare di più, chi è più largo pure: la società
perfetta è fatta di anoressici proletari.
A Detroit, in Michigan, un gruppo di fantasiosi scienziati è arrivato
addirittura a sostenere che l¹obesità sarebbe contagiosa. Come la peste,
come il colera, come l¹Aids. Questi ricercatori spiegano di avere iniettato
un virus umano in polli e galline, i quali avrebbero messo su peso senza che
venisse variata di un grammo la loro dieta. Quale sia questo ³virus² della
pinguedine, e se esista, è ancora top secret: quello che è chiaro è che si
tratta di un tentativo di rapinare a ciascuno di noi la proprietà del suo
corpo, la responsabilità dei suoi pranzi e delle sue cene. La ciccia non è
nemmeno il risultato di una scelta, perché, per i soloni della sanità
mondiale, è inconcepibile che si possa ³scegliere² di essere grassi.
Se queste fossero soltanto elucubrazioni mentali, dotti studi ricamati con
grafici e dati (per quanto fasulli), si potrebbe perfino far finta di
niente. Gli intellettuali, si sa, sono la borsa di Mary Poppins delle idee
bizzarre: riescono sempre a sfornarne di nuove.
Ciò che è grave è che fra i Paesi vittima della ³patologia² dell¹obesità
l¹Oms inserisce, ad esempio, India e Cina. Realtà che galleggiano attorno
alla soglia della povertà, e che finiranno per ingaggiare una lotta alla
ciccia feroce. Il perché è presto detto: l¹Organizzazione mondiale della
sanità lavora in tandem con il Fondo Monetario Internazionale. Insomma,
l¹Fmi apre i cordoni della borsa a quegli Stati che si attengono
scrupolosamente alle indicazioni dell¹Oms: è accaduto, di recente, in
Nigeria dove, per mettere le mani sui preziosi quattrini del Fondo, il
Parlamento ha varato un provvedimento che prevede il carcere duro per chi
fuma in pubblico. Una variante salutista della sharia.
Poco importa se le ragioni della guerra ai grassi sono ancora più fragili di
quelle della lotta al fumo: non esiste il ³grasso passivo². In che modo i
miei 90 chili ³offendono² i tuoi 45? E¹ una questione di aerodinamica, di
estetica, di spazio occupato in metropolitana? Varrebbe la pena qualcuno
rispondesse, prima di dare il via a quest¹assurda intifada contro gli obesi.

Alberto Mingardi

(da Libero, 06-04-2002, p.1-12)

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