Andiamo verso la Stato-mucca
di Vincenzo Donvito


Caro Direttore, il ministro delle Finanze ha fatto più precisamente sapere quali saranno le misure che il Consiglio dei ministri di oggi varerà per compensare i danneggiati dalla crisi mucca pazza. Fisco più leggero, contributi per la distruzione delle carcasse e degli organi a rischio, cassa integrazione per i dipendenti dei mattatoi e delle grandi macellerie. Un’operazione che sarà compensata con il ritocco dei prezzi dei giochi e delle sigarette: “pescando più nei vizi che nelle virtù” come ha precisato in un’intervista Ottaviano Del Turco. A parte il pippotto moralistico sul vizio e la virtù, che non ci sembra consono a chi amministra le finanze di uno Stato, quanto piuttosto ad un prelato di periferia, e che pone la capacità attrattiva economica delle iniziative di questo Governo al pari di quanto fatto negli ultimi 50 anni da chiunque (le tasse sulle sigarette come riserva di caccia ...). Chi pensava che l’Italia si stesse avviando verso un’economia di mercato, dove vige il gioco della domanda e dell’offerta, si deve ricredere, perchè lo “Stato mucca” sta per rafforzarsi, grazie all’inezia dello stesso Stato e all’irresponsabilità criminale di allevatori che hanno alimentato le loro mucche con mangimi proibiti. 

La responsabilità individuale non esiste per i nostri governanti, ma solo la responsabilità dello Stato, mucca o mamma che sia. E i consumatori, chi li ripagherà degli aumenti dei prezzi al dettaglio? Ci sarà qualche associazione di consumatori che chiederà un bonus o i prezzi calmierati? Speriamo di no! Il Governo poteva intervenire in proposito, ma sembra che gli manchino proprio gli elementi base (il Dna) per farlo: cioè una politica di defiscalizzazione e di deregulation dei settori interessati: rendendo più appetitivo il business e la trasformazione verso di esso di attività desuete e in calo per difficoltà oggettive e soggettive. Un’operazione che non avrebbe penalizzato i consumatori e avrebbe ridato linfa a economie in crisi, consentendo anche buone entrate fiscali grazie all’aumento di volume delle stesse. Invece no! Siamo al palo, e oltre ai consumatori che pagano di più, magari grazie a lobbies più potenti e introdotte nei rapporti con il Governo, viene data l’occasione perchè anche altre categorie avanzino le loro richieste come macellai e allevatori (l’indotto del settore non si ferma solo al consumo di carni per uso alimentare, ma coinvolge ampi settori: dalla cosmetica al calzaturiero, etc..).

Vincenzo Donvito
Presidente dell’Aduc

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