VOTO UTILE? NO! ASTENETEVI O…VENDETELO!

 

Di Roberto Enrico Paolini

 

Se, come disse il grande F. Bastiat, “lo stato è quella grande finzione in virtu’ della quale tutti cercano di vivere alle spalle di tutti gli altri”, la competizione elettorale - soprattutto le politiche – sono le olimpiadi dei parassiti. Tutti si lanciano in mirabolanti dichiarazioni del tipo “1100,00 Euro di stipendio minimo per tutti”(Veltroni), alle 100.000 case popolari del socialista Berlusconi, case che immancabilmente finiranno ai vari Abdhu, Mohammed, Alì, in testa alle graduatorie di assegnazione in quanto ciascuno di loro con tre mogli e dieci figli a carico.

Il comun denominatore di tutte le proposte politiche di tutti i competitors è “piu’ stato, piu’ spesa pubblica, piu’ soldi pubblici”. Chiunque vincerà, creerà qualche ente inutile per servizi o lavori speriamo solo inutili, ma spesso anche dannosi, in quanto ci sarà qualche burocrate in piu’ ad ostacolare con qualche timbro, permesso, balzello la nostra vita quotidiana. Quindi piu’ burocrazia, piu’ spesa pubblica. Ed ad aprire il portafoglio saranno sempre gli stessi.

Quindi se non volete legittimare ancora una volta la casta, astenetevi dal voto! Non permettete ancora una volta che qualcuno vi metta le mani nel portafoglio e vi dia ordini “in nome vostro”. Se volete abbattere la casta ed il suo regno, “il Palazzo”, lo Stato, statevene a casa!

Non fatevi incantare dai soloni della democrazia con la panza piena che, da dietro le loro cattedre strapagate con i soldi derubati dalla vostra busta paga – attraverso il sistema di rapina legalizzata, anch’essa democratica, del sostituto d’imposta – vi racconta la storiella del voto che è un diritto e un dovere civico. Balle! Per B.R. Tucker è quel pezzo di carta che simboleggia “la baionetta, il manganello e la pallottola”. E’ l’ora d’aria che vi concedono i vostri carcerieri una volta tanto quando litigano sulla spartizione del bottino. E’ la cambiale in bianco che consegnate nelle loro mani. D’altronde l’unica differenza tra una democrazia e una dittatura sta proprio nell’illusione che il tuo voto sia utile, che tu possa contare qualcosa votando. Il voto è sempre inutile. Devi solo sperare che non sia una pallottola.

Il fatto che sia una farsa – ai limiti della abuso della credulità popolare – lo si evince dalla stessa costituzione italiana, bibbia laica dei nostrani democratici. Art. 67: “Ogni membro del Parlamento (…) esercita la sue funzioni senza vincolo di mandato”. Tradotto: vi potrà promettere quello che gli pare, tanto non dovrà rispondere ad alcuno del proprio operato.

Quindi il voto non vale nemmeno come delega. Il mandato, invece, nell’uso quotidiano lo conferisci ma lo puoi anche ritirare. E ancora. Puoi cedere a qualcun altro il tuo diritto di voto.

Dove sta quindi l’inganno: l’uso di categorie civilistiche, tipiche del diritto privato, nella sfera pubblica. Occorre quindi che il popolo dei produttori, delle partite iva, dei lavoratori del privato, la smetta di perdere tempo con l’andare a votare. Non è un problema di sistema elettorale, come qualcuno vuole farci credere da quindici anni a questa parte. Il problema è lo stato, la cosa pubblica. Le decisioni pubbliche. La maggioranza democratica. 

E’in atto una nuova lotta di classe, tra produttori di tasse da un lato e parassiti dall’altro. E’ bene che i primi la smettano di giocare alla democrazia e si coalizzino intorno un movimento – www.movimentolibertario.it - per organizzare la transizione da un sistema di scelte collettive ad una opzione proprietaristica ed individualista.

Una prima battaglia per gestire la transizione da un governo pubblico ad un governo privato è la trasformazione del voto in una vera e propria delega scritta e revocabile. Con conseguente possibilità di cederla gratuitamente, ma anche in cambio di denaro. E ancora: negare il voto a chi vive “pagato dallo stato”. I tax consumer, ossia tutti i dipendenti delle stato, delle pubbliche amministrazioni, degli enti pubblici, delle aziende del parastato o delle spa a capitale pubblico in quanto in conflitto di interesse – possibile che tutti vedono solo quello di Silvio Berlusconi? – non devono avere la possibilità di scegliersi il proprio padrone e di incidere sulle scelte collettive al pari di coloro che vengono espropriati di piu’ della metà del proprio lavoro attraverso la tassazione. Perché sia chiaro: ogni impiegato dello stato, non solo offre un disservizio in monopolio, quindi strapagato, non richiesto, ed il piu’ delle volte inutile e dannoso - in quanto ti fa perdere tempo in estenuanti code per inutili certificati – non solo gode del privilegio di infastidirti a vita – seppure solo per mezza giornata, altro privilegio - perché ha vinto il piu’ remunerativo dei concorsi, quello pubblico – “allegria!”, direbbe un noto presentatore - ma consuma quelle risorse faticosamente guadagnate dai lavoratori del privato, subito rapinate dalla mano visibilissima dello stato ancor prima che questi ultimi le percepiscano. Il “lavoratore” pubblico consuma PIL, non ne produce!

Dargli anche il voto, ossia il potere di decidere, è la peggior beffa.

Quindi se proprio volete fare qualcosa per voi, delegittimate la casta, lo stato, la politica, le scelte collettive. Rebus sic stantibus, non andate a votare! E se proprio non potete resistere, almeno fatevi pagare! Mettete all’asta il vostro voto su Ebay! Tanto non cambierà nulla ugualmente, ma almeno per una volta saranno LORO ad aprire il portafoglio. E sarà anche un grave sfregio a questo stato falsario, tiranno e maledetto!

Milano, 5.4.08

Roberto Enrico Paolini

Clan di Milano

Movimento libertario

www.movimentolibertario.it

 

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